Fondata come città dai Romani su un antico sito Paleoveneto, Padova diventa ricca e popolosa durante il Medioevo, e anche grazie alla sua prestigiosa Università, fondata nel 1222, attrae studenti e scienziati da tutta Italia ed Europa. Qui insegnò lo scienziato ed astronomo Galileo Galilei, tra i fondatori del Metodo Scientifico, che a Padova visse per molti anni e la cui cattedra è conservata nell'atrio dell'Aula Magna del Bo, l'antica sede dell'Universitas Patavina.
Tra Medioevo e Rinascimento Padova si arricchisce in arte e architettura, accogliendo i più famosi artisti dell'epoca che, al servizio della città o di famiglie private, realizzano importanti monumenti architettonici come il Palazzo della Ragione, la Basilica del Santo, la Torre dell'Orologio, la sede dell'Università (il Bo), il Prato della Valle e moltissime chiese e palazzi gentilizi privati.
Anche la pittura conosce qui le sue massime espressioni, grazie a pittori del calibro di Giotto, che affresca il suo capolavoro, la Cappella degli Scrovegni, e a molti altri come Guariento di Arpo, Giusto de’ Menabuoni, Altichiero da Zevio, Jacopo Avanzi e Jacopo da Verona. Proprio grazie ai cicli pittorici del Trecento, nel 2021 "Padova Urbs picta" è stata inserita nella World Heritage List, la lista del Patrimonio Mondiale Unesco.
Padova custodisce anche il più antico Orto Botanico universitario del mondo, dal 1997 iscritto anch'esso nella Lista del Patrimonio mondiale Unesco. Fondato nel 1545 su delibera del Senato della Repubblica Veneta per la coltivazione delle piante medicinali, conserva l’ubicazione originaria all’interno del centro storico di Padova, tra le grandi basiliche di Sant’Antonio e di Santa Giustina. Oggi il complesso dell'Orto Botanico è stato arricchito da modernissime serre che ospitano il progetto "Giardino della Biodiversità": 1300 specie vegetali inserite in ambienti omogenei per umidità e temperature, che simulano le condizioni climatiche dei diversi biomi del pianeta.
Una curiosità: Padova viene detta "La città del Santo senza nome, il prato senza erba e il caffè senza porte", eccone il perchè...
Il santo senza nome è S. Antonio da Padova, nato in realtà in Portogallo ma vissuto per alcuni anni a Padova dove predicò e dove morì e fu sepolto nel 1231. Nel cuore di Padova gli è dedicata la Basilica, vero e proprio museo d'arte che attraversa i secoli: vi si ammirano gli affreschi di Giotto, di Alticchiero e del Menabuoi, i bronzi di Donatello. Dai padovani questa chiesa è comunemente chiamata "la basilica del Santo" o anche solamente "il Santo", forse per l'importanza e la fama universale che Sant'Antonio ha avuto ed ha tutt'ora tra i fedeli.
Il prato senza erba è Prato della Valle, una grande piazza ellittica caratterizzata da un'isola verde centrale, chiamata Isola Memmia in onore del podestà che commissionò i lavori nel 1775, circondata da un canale ornato da un doppio basamento di statue numerate di celebri personaggi del passato. Quest'opera architettonica venne realizzata per recuperare e abbellire uno spazio che fin dall'antichità era destinato al ritrovo della popolazione.
Il "caffè senza porte" è il Caffè Pedrocchi, sito nel centro storico tra il palazzo del Comune e la sede dell'Università, un caffè storico fondato nel 1772 tra i più famosi d'Italia. Viene detto "senza porte" perchè dal 1831 (anno della sua ristrutturazione) al 1916 rimase aperto sempre, giorno e notte, divenendo il locale degli studenti, degli intellettuali, degli artisti, dei patrioti risorgimentali, ma anche della borghesia cittadina.